Lentamente
Muore
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni
giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca, chi non
rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero
su
bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme
di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di
uno
sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti
all'errore e ai sentimenti.
Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice
sul
lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza, per inseguire
un
sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire
ai
consigli sensati. Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge,
chi
non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso. Muore lentamente
chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa
i
giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.
Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi
non
fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando
gli
chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di
respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di
una splendida
felicità.
(Pare accertato che la poesia sia di Martha Medeiros
e non di P. Neruda, laddove è parecchio discutibile il giudizio
espresso dall'editore S .Passigli in un comunicato, dove si legge:
"quei versi banali e vagamente new-age non possono certo
essere opera di uno dei più grandi poeti del Novecento").
|
|
ILARIA
PANCUCCI |